Elenco dei principali alchimisti della storia:
Democrito (460 a.C - 360 a.C)
Giabin Ibn Hayyan (seconda metà del VII sec. d.C)
Jeber Abu Musa Giafar Es-Sofi (fine ottavo secolo)
Rhazes (864 - 930)
Avicenna (980 - 1037)
Ruggero Bacone (1214 - 1294)
Tommaso d' Aquino (1225 - 1274)
Arnaldo da Villanova (1240 - 1313)
Jacques Duèze (papa Giovanni XXII) (1249 - 1334)
Nicolas Flamel (1330 - 1418)
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim (Paracelso) (1493 - 1541)
Isaac Newton (1643 - 1727)
Fulcanelli ( ? - ? )
Alchimia
Il contributo della ricerca alchemica alla scienza moderna. Corso di Storia della Tecnologia; Docente: Vittorio Marchis
venerdì 6 maggio 2011
sabato 30 aprile 2011
L' alchimia cinese e la medicina
L’Alchimia è una cultura di antichissima formazione. Si conoscono tracce del pensiero alchemico fin dalla età del ferro ed in particolare dalla antica cultura della Cina. L’Alchimia Cinese si fondò sulla base della alternanza di due principi complementari detti YANG-YIN.
La tradizione alchemica della Cina risale forse al IV-III secolo a.C., ma è documentata per la prima volta nel Ts'an T'ung Ch'i, scritto verso il 142 a.C. da Wei Po-Yang, filosofo ed alchimista Taoista, nativo di Wu nella provincia di Kiangsu e noto come il trattato alchemico cinese più antico scritto come un commentario al Libro delle Mutazioni.
Egli fonda il processo alchimistico sulle dottrine dei cinque stati fondamentali, chiamati "elementi" (acqua, fuoco, legno, metallo e terra) e dei due contrari Yin-Yang: di questi due, il primo è associato alla luna ed il secondo al sole, e dalla loro interazione si originano gli elementi. Ogni elemento combinato con yang differirebbe da quello combinato con yin, nel senso che il primo è attivo e maschile, il secondo passivo e femminile. A cavallo tra il III e IV secolo d.C. l'alchimia cinese ha un grande maestro in Ko Hung, detto Pao-p'u-tzu, confuciano convertitosi al Taoismo. Egli fu uno dei personaggi più in vista nella storia dell’ alchimia e della medicina cinese ed occupa nella storia del taoismo e dell’ alchimia cinese un posto simile a quello di Paracelso nella scienza alchemica e medica europea. Egli aggiunse a tecniche alchemiche e mediche già sviluppate alcuni particolari metodi taoisti destinati alla conquista dell'immortalità.
Le scuole di alchimia cinese, pur avendo come obiettivo comune la ricerca dell'immortalità, si differenziavano per i metodi di ricerca:
- Gli alchimisti della scuola esterna si occupavano prevalentemente della ricerca dell'elisir di lunga vita attraverso la produzione di rimedi, elisir e pillole dell'immortalità, le cui componenti erano in gran parte sostanze vegetali e in misura minore sostanze animali e minerali.
- Gli alchimisti della scuola interna, invece, ricercavano l'immortalità attraverso l'utilizzo di pratiche fisiche e mentali che provocassero una trasmutazione del corpo, consentendo al praticante di vivere indefinitamente. Il corpo stesso del praticante veniva concepito come un laboratorio alchemico e l'elisir di lunga vita scaturiva teoricamente dalla distillazione di sostanze corporee, prodotte attraverso l'utilizzo delle funzioni vitali (respirazione, circolazione, funzionamento endocrino, etc..) che venivano guidate dall'alchimista.( http://www.goldenelixir.com/jindan/jindan_intro.html ).
La medicina tradizionale cinese ha ereditato dall'alchimia esterna le basi di farmacologia tradizionale e dall'alchimia interna la parte relativa al qi gong ( arte dello sprito /arte del respiro) ed alle ginnastiche mediche. Secondo Mircea Eliade lo yogin o il mistico sono gli specialisti dell’anima, dello spirito, della vita interiore; mentre lo yoghin lavora col flusso mentale sul proprio corpo per giungere alla trasformazione di se stesso, l' alchimista che tortura i metalli si concentra sulla materia per purificarla, ma in entrambi i casi il fine è realizzare l' autonomia dello spirito dalla materia.( http://www.disf.org/Documentazione/191.asp )
sabato 23 aprile 2011
Immagini relative all' alchimia
Arte
" Melancolia I ", Albrecht Durer, 1514;conservato presso la Staatliche Kunsthalle a Karlsruhe in Germania.
Innovazione
Il tribikos di Maria l’Ebrea, tratto dalla Collection des anciens alchimistes grecs di Berthelot.
Copertina di un libro
"Le Meraviglie della Natura. Introduzione all' alchimia" di Elèmire Zolla; Ed. Marsilio; 1998
Francobollo
Francobollo commemorativo di Avicenna; Tunisia, 1980.
Fumetto
"Full Metal Alchemist", di Hiromu Arakawa; uscita n° 1; 2001.
Titolo originale: " 鋼の錬金術師, Hagane no renkinjutsushi"
Articolo di giornale
L' alchimia sta tornando in scena. Non perché qualche adepto sia riuscito a trasmutare dei vili metalli in oro o a scoprire la pietra filosofale, ma per il semplice motivo che le sue pratiche e i protagonisti che l' hanno resa fascinosa sono argomenti che fanno tendenza in molta pubblicistica contemporanea e ora anche la scienza le riconosce indiscutibili meriti. Si dica quel che si vuole sull' argomento, ma di certo non si può tacere un convegno di tre giorni svoltosi il mese scorso, organizzato dalla Chemical Heritage Foundation di Philadelphia, al quale hanno partecipato un' ottantina di scienziati (tra i quali c' erano numerosi chimici), che ha messo in evidenza tutti gli aspetti positivi di tale disciplina. Il promotore, Lawrence M. Principe, storico della scienza della Johns Hopkins University, ha confessato che negli ultimi 15-20 anni «abbiamo capito come l' alchimia sia stata fondamentale per la moderna chimica». Certo, un «perché?» a questo punto è necessario, ma ad esso il professore americano ha fornito numerose risposte, che vanno dallo sperimentalismo alla creazione del marchio di fabbrica (del resto ogni alchimista aveva una sua via, da considerarsi unica, per giungere al salto della materia). Di più: è nel laboratorio alchemico che muove i primi passi la chimica sperimentale e anche la farmacologia con cui ci curiamo. Gli elisir di lunga vita erano ricercati quanto l' oro. D' altra parte, sia gli iniziati che coltivano questa disciplina, sia i dilettanti che se ne interessano, sanno che vi sono numerosissime pubblicazioni contemporanee dedicate ad essa. In Italia la casa editrice Mediterranee di Roma ha addirittura una collana (quasi una trentina di volumi pubblicati) dedicata ai classici dell' alchimia; un marchio prestigioso come Les Belles Lettres, da annoverarsi tra le glorie di Francia, ha avviato la pubblicazione, con testo a fronte e una serie di magistrali note, degli scritti alchimistici greci (oltre una decina i volumi previsti). Sino ad oggi sono usciti tre tomi e Fréderic Audibert, responsabile dell' omonima libreria parigina in Boulevard Raspail, ricorda che «sono tra quelli più venduti e le richieste ci giungono da tutto il mondo, dall' Asia all' America del Sud». Un filosofo come Emanuele Severino ci ha confidato: «Mi sono interessato di astrologia, forse perché la scoprii tra le passioni di Galileo. Devo ammettere che non ho mai coltivato studi relativi alla pietra filosofale o al salto di materia, ma sovente tali argomenti li ho travati in numerosi filosofi. Inoltre non farei una distinzione essenziale tra alchimia e chimica, giacché entrambe mirano al dominio delle cose». Se il professor Principe ha ricordato al convegno di Philadelphia che «gli alchimisti non erano dei cialtroni con l' alambicco», uno storico come Jacques Le Goff ha scritto pagine sul rapporto tra questa singolare categoria di ricercatori e il papato. Anche in Italia è uscito, presso le Edizioni Viella, un interessante libro di Chiara Cresciani dal titolo Il Papa e l' alchimia, dove si parla di Guglielmo Fabri, medico di Felice V, e di un suo trattato che contiene le conversazioni che si svolsero tra i due: ebbene, le discipline alchemiche vi hanno gran parte. Rodolfo II d' Asburgo ebbe alchimisti stipendiati al suo servizio, Carlo V di Francia ed Edoardo IV d' Inghilterra furono cultori della materia. Non sono che esempi nell' oceano dei possibili casi, che vanno dall' antico Egitto (la tradizione lega la nascita di questa pratica al nome di Ermete Trismegisto) alla Firenze dei Medici, da Cagliostro ai costruttori di cattedrali, via via sino ad arrivare a numerosi vicari di Cristo. Il sommo filosofo arabo Avicenna dedica all' oro il secondo libro del suo Canone e ne descrive le possibilità terapeutiche secondo uno schema conosciuto negli ambienti alchemici. Fulcanelli, considerato il più grande iniziato del ' 900, ricorda ne Il mistero delle cattedrali (tradotto dalle Mediterranee) che il segreto di quest' arte è in un colore di una vetrata di Notre Dame. Di più: percorsi alchemici si ritrovano in Alberto Magno, in Ruggero Bacone e c' è un trattato sulla pietra filosofale attribuito da taluni a Tommaso d' Aquino. Jung in pieno ' 900 considerò il linguaggio simbolico dell' alchimia frutto delle strutture archetipiche della psiche umana. Paracelso, già nel XVI secolo, non distinse le sue ricerche mediche da quelle iniziatiche, ma arrivò a scoprire numerosi disturbi attraverso l' analisi delle urine e formulò cure con pratiche alchemiche. D' altra parte, il suo nome è legato anche all' «homunculus», che è il primo tentativo di creare la vita in laboratorio. Il convegno di Philadelphia ha certificato che questa disciplina va onorata e ringraziata, e che i suoi adepti sono da considerarsi al pari dei ricercatori seri. Certo, c' è poi l' aspetto contrario che ci ha tramandato la storia della scienza, forse a cominciare da quel che capitò al povero Augurelli di Rimini (1441-1524), il quale si recò da papa Leone X e gli confidò di aver scoperto la pietra filosofale e che avrebbe potuto trasformare il mare in oro se il mare fosse stato di mercurio. Il pontefice, che aveva il senso dell' ironia, gli regalò una borsa, affinché potesse riporvi tutto l' oro che con la nuova scoperta avrebbe trovato.
(14 agosto 2006) - Corriere della Sera
Film
"Primo tango a Roma...Storia d' amore e d' alchimia". Regia di Lorenzo Gicca Palli;1973. Genere: Commedia.
" Melancolia I ", Albrecht Durer, 1514;conservato presso la Staatliche Kunsthalle a Karlsruhe in Germania.
Innovazione
Il tribikos di Maria l’Ebrea, tratto dalla Collection des anciens alchimistes grecs di Berthelot.
Copertina di un libro
"Le Meraviglie della Natura. Introduzione all' alchimia" di Elèmire Zolla; Ed. Marsilio; 1998
Francobollo
Francobollo commemorativo di Avicenna; Tunisia, 1980.
Fumetto
"Full Metal Alchemist", di Hiromu Arakawa; uscita n° 1; 2001.
Titolo originale: " 鋼の錬金術師, Hagane no renkinjutsushi"
Articolo di giornale
Un convegno a Philadelphia rivaluta le ricerche degli antichi egizi, di Avicenna e Paracelso
Oro e pietra filosofale, l' alchimia riabilitata
Gli scienziati ammettono: chimica e farmacologia nascono da lì
L' alchimia sta tornando in scena. Non perché qualche adepto sia riuscito a trasmutare dei vili metalli in oro o a scoprire la pietra filosofale, ma per il semplice motivo che le sue pratiche e i protagonisti che l' hanno resa fascinosa sono argomenti che fanno tendenza in molta pubblicistica contemporanea e ora anche la scienza le riconosce indiscutibili meriti. Si dica quel che si vuole sull' argomento, ma di certo non si può tacere un convegno di tre giorni svoltosi il mese scorso, organizzato dalla Chemical Heritage Foundation di Philadelphia, al quale hanno partecipato un' ottantina di scienziati (tra i quali c' erano numerosi chimici), che ha messo in evidenza tutti gli aspetti positivi di tale disciplina. Il promotore, Lawrence M. Principe, storico della scienza della Johns Hopkins University, ha confessato che negli ultimi 15-20 anni «abbiamo capito come l' alchimia sia stata fondamentale per la moderna chimica». Certo, un «perché?» a questo punto è necessario, ma ad esso il professore americano ha fornito numerose risposte, che vanno dallo sperimentalismo alla creazione del marchio di fabbrica (del resto ogni alchimista aveva una sua via, da considerarsi unica, per giungere al salto della materia). Di più: è nel laboratorio alchemico che muove i primi passi la chimica sperimentale e anche la farmacologia con cui ci curiamo. Gli elisir di lunga vita erano ricercati quanto l' oro. D' altra parte, sia gli iniziati che coltivano questa disciplina, sia i dilettanti che se ne interessano, sanno che vi sono numerosissime pubblicazioni contemporanee dedicate ad essa. In Italia la casa editrice Mediterranee di Roma ha addirittura una collana (quasi una trentina di volumi pubblicati) dedicata ai classici dell' alchimia; un marchio prestigioso come Les Belles Lettres, da annoverarsi tra le glorie di Francia, ha avviato la pubblicazione, con testo a fronte e una serie di magistrali note, degli scritti alchimistici greci (oltre una decina i volumi previsti). Sino ad oggi sono usciti tre tomi e Fréderic Audibert, responsabile dell' omonima libreria parigina in Boulevard Raspail, ricorda che «sono tra quelli più venduti e le richieste ci giungono da tutto il mondo, dall' Asia all' America del Sud». Un filosofo come Emanuele Severino ci ha confidato: «Mi sono interessato di astrologia, forse perché la scoprii tra le passioni di Galileo. Devo ammettere che non ho mai coltivato studi relativi alla pietra filosofale o al salto di materia, ma sovente tali argomenti li ho travati in numerosi filosofi. Inoltre non farei una distinzione essenziale tra alchimia e chimica, giacché entrambe mirano al dominio delle cose». Se il professor Principe ha ricordato al convegno di Philadelphia che «gli alchimisti non erano dei cialtroni con l' alambicco», uno storico come Jacques Le Goff ha scritto pagine sul rapporto tra questa singolare categoria di ricercatori e il papato. Anche in Italia è uscito, presso le Edizioni Viella, un interessante libro di Chiara Cresciani dal titolo Il Papa e l' alchimia, dove si parla di Guglielmo Fabri, medico di Felice V, e di un suo trattato che contiene le conversazioni che si svolsero tra i due: ebbene, le discipline alchemiche vi hanno gran parte. Rodolfo II d' Asburgo ebbe alchimisti stipendiati al suo servizio, Carlo V di Francia ed Edoardo IV d' Inghilterra furono cultori della materia. Non sono che esempi nell' oceano dei possibili casi, che vanno dall' antico Egitto (la tradizione lega la nascita di questa pratica al nome di Ermete Trismegisto) alla Firenze dei Medici, da Cagliostro ai costruttori di cattedrali, via via sino ad arrivare a numerosi vicari di Cristo. Il sommo filosofo arabo Avicenna dedica all' oro il secondo libro del suo Canone e ne descrive le possibilità terapeutiche secondo uno schema conosciuto negli ambienti alchemici. Fulcanelli, considerato il più grande iniziato del ' 900, ricorda ne Il mistero delle cattedrali (tradotto dalle Mediterranee) che il segreto di quest' arte è in un colore di una vetrata di Notre Dame. Di più: percorsi alchemici si ritrovano in Alberto Magno, in Ruggero Bacone e c' è un trattato sulla pietra filosofale attribuito da taluni a Tommaso d' Aquino. Jung in pieno ' 900 considerò il linguaggio simbolico dell' alchimia frutto delle strutture archetipiche della psiche umana. Paracelso, già nel XVI secolo, non distinse le sue ricerche mediche da quelle iniziatiche, ma arrivò a scoprire numerosi disturbi attraverso l' analisi delle urine e formulò cure con pratiche alchemiche. D' altra parte, il suo nome è legato anche all' «homunculus», che è il primo tentativo di creare la vita in laboratorio. Il convegno di Philadelphia ha certificato che questa disciplina va onorata e ringraziata, e che i suoi adepti sono da considerarsi al pari dei ricercatori seri. Certo, c' è poi l' aspetto contrario che ci ha tramandato la storia della scienza, forse a cominciare da quel che capitò al povero Augurelli di Rimini (1441-1524), il quale si recò da papa Leone X e gli confidò di aver scoperto la pietra filosofale e che avrebbe potuto trasformare il mare in oro se il mare fosse stato di mercurio. Il pontefice, che aveva il senso dell' ironia, gli regalò una borsa, affinché potesse riporvi tutto l' oro che con la nuova scoperta avrebbe trovato.
Torno Armando
Pagina 22(14 agosto 2006) - Corriere della Sera
Film
"Primo tango a Roma...Storia d' amore e d' alchimia". Regia di Lorenzo Gicca Palli;1973. Genere: Commedia.
sabato 9 aprile 2011
Etimologia e Definizione
Alchimia deriva dall' arabo al-kimiyà (الكيمياء).
Mentre è risaputo che al rappresenti il corrispettivo arabo dell' articolo determinativo il o la, sono state avanzate diverse ipotesi sull' origine del termine kimiyà. Secondo molti studiosi kimiyà deriverebbe dal greco chemeia, ovvero "chimica" e più propriamente "fusione", in questo caso in riferimento all' atto di fondere e far colare i metalli durante la loro lavorazione.
Per altri, il termine deve la sua origine all' egiziano Khem, che significa "Terra nera", nome con cui era chiamato lo stesso territorio d' Egitto per via del colore nero del limo rilasciato dalle piene annuali del fiume Nilo, sostanza che rese così fertile e prospero il suolo egiziano. Ed è proprio il colore nero che suggerisce ad alcuni studiosi il collegamento della parola Khem con kimiyà, in quanto il nero rappresenta un ben preciso momento di un processo alchemico.
Altre ipotesi vogliono che il termine derivi dal cinese kim-iya, che significa "succo per fare l' oro" con chiaro riferimento alla trasmutazione dei metalli.
L' alchimia è una scienza empirica del passato, che tramite il tentativo di trasmutazione dei metalli e attraverso un lento processo evolutivo, diede origine alla chimica; intorno ad essa si è sviluppato un sistema filosofico con alcuni risvolti di magia ed esoterismo anche se molti alchimisti si sono interessati di chimica, fisica, medicina e astronomia basandosi su nozioni empiriche, ma scientifiche per i loro tempi.
Oggigiorno si è portati a considerare l' alchimia solo come un insieme di elementi magici ed esoterici, ma dobbiamo ricordare che tra gli ultimi alchimisti ci sono due grandi geni della scienza moderna: Robert Boyle, padre della chimica moderna e Isaac Newton, che da suoi manoscritti inediti sappiamo che non considerava l' alchimia diversamente da una scienza esatta, tanto da dedicarle circa un milione di parole tenute segrete e mai pubblicate; manoscritti acquistati ad un' asta pubblica dall' economista Jhon Maynard Keynes che li rese pubblici nel 1936.
Per approfondimenti:
http://www.etimo.it/?term=alchimia
http://www.nicolamontaquila.it/etimologia_e_definizione.html
http://paolomaggi.wordpress.com/isaac-newton-primo-scienziato-o-ultimo-alchimista/
Mentre è risaputo che al rappresenti il corrispettivo arabo dell' articolo determinativo il o la, sono state avanzate diverse ipotesi sull' origine del termine kimiyà. Secondo molti studiosi kimiyà deriverebbe dal greco chemeia, ovvero "chimica" e più propriamente "fusione", in questo caso in riferimento all' atto di fondere e far colare i metalli durante la loro lavorazione.
Per altri, il termine deve la sua origine all' egiziano Khem, che significa "Terra nera", nome con cui era chiamato lo stesso territorio d' Egitto per via del colore nero del limo rilasciato dalle piene annuali del fiume Nilo, sostanza che rese così fertile e prospero il suolo egiziano. Ed è proprio il colore nero che suggerisce ad alcuni studiosi il collegamento della parola Khem con kimiyà, in quanto il nero rappresenta un ben preciso momento di un processo alchemico.
Altre ipotesi vogliono che il termine derivi dal cinese kim-iya, che significa "succo per fare l' oro" con chiaro riferimento alla trasmutazione dei metalli.
L' alchimia è una scienza empirica del passato, che tramite il tentativo di trasmutazione dei metalli e attraverso un lento processo evolutivo, diede origine alla chimica; intorno ad essa si è sviluppato un sistema filosofico con alcuni risvolti di magia ed esoterismo anche se molti alchimisti si sono interessati di chimica, fisica, medicina e astronomia basandosi su nozioni empiriche, ma scientifiche per i loro tempi.
Oggigiorno si è portati a considerare l' alchimia solo come un insieme di elementi magici ed esoterici, ma dobbiamo ricordare che tra gli ultimi alchimisti ci sono due grandi geni della scienza moderna: Robert Boyle, padre della chimica moderna e Isaac Newton, che da suoi manoscritti inediti sappiamo che non considerava l' alchimia diversamente da una scienza esatta, tanto da dedicarle circa un milione di parole tenute segrete e mai pubblicate; manoscritti acquistati ad un' asta pubblica dall' economista Jhon Maynard Keynes che li rese pubblici nel 1936.
Per approfondimenti:
http://www.etimo.it/?term=alchimia
http://www.nicolamontaquila.it/etimologia_e_definizione.html
http://paolomaggi.wordpress.com/isaac-newton-primo-scienziato-o-ultimo-alchimista/
venerdì 8 aprile 2011
Dizionario
Italiano: alchimia
English: alchemy
Français: alchimie
Deutsch: Alchimie
Español: alquimia
中文: 煉金術 (Liànjīn shù)
العربية: كيمياء
Parole di ambito tecnologico legate all' alchimia:
-Metallurgia
-Cartiere
-Mercurio
-Distillazione
-Alambicco
ABBECEDARIO :
Amalgamazione
Bagnomaria
Calcinazione
Deflegmazione
Elisir
Fornace
Giove
Helios
Iatrochimica
Liquefazione
Matraccio
Nigredo
Oro
Paracelso
Quadrato
Rubificazione
Soda
Trasmutazione
Umido
Volatilizzazione
Zolfo
English: alchemy
Français: alchimie
Deutsch: Alchimie
Español: alquimia
中文: 煉金術 (Liànjīn shù)
العربية: كيمياء
Parole di ambito tecnologico legate all' alchimia:
-Metallurgia
-Cartiere
-Mercurio
-Distillazione
-Alambicco
ABBECEDARIO :
Amalgamazione
Bagnomaria
Calcinazione
Deflegmazione
Elisir
Fornace
Giove
Helios
Iatrochimica
Liquefazione
Matraccio
Nigredo
Oro
Paracelso
Quadrato
Rubificazione
Soda
Trasmutazione
Umido
Volatilizzazione
Zolfo
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